giovedì 5 maggio 2011

e dopo anni le stesse parole, le stesse considerazioni

sai camminare bene sul cemento crepato del centro periferico. a testa alta. un passo dopo l'altro e le tue scarpe dilaniano milioni di germi, e tu non lo sai, ma loro soffrono. qualcuno da un lontano edificio ti scruta nascosto dal motivo floreale di una tenda sgualcita. ti chiedi se sei veramente osservato o se è lo strabismo del tuo cervello. quella malinconia di cui mi hai parlato è rappresa nell'unica ruga che attraversa il ventricolo sinistro del tuo cuore. potresti essere tu quell'individuo imprigionato nell'ombra della finestra, forse in te stesso. uno sguardo sul tuo ego di plastica. una finzione di cartone con scritte le parole "ho fame", suppliche di un barbone.
è inutile raffinare il linguaggio.
le emozioni sono uguali per tutti.

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