martedì 3 maggio 2011

vincere, perdere. sono solo parole.
mi guardo allo specchio, sono brutta. no, la frangetta non mi sta per niente bene. il viola sta già sbiadendo. io sbiadisco con lui. 
oggi ho comprato dei pantaloni a pois. sono verdi a pallini verde chiaro, o giallo scuro, devo ancora riuscire a capirlo. volevo sentimi carina. adesso mi sento solo un'idiota. 
d'altronde io sono proprio come quei pantaloni: brutti, ridicoli, lasciati a marcire in un posto squallido.
poi qualcuno li ha desiderati di nuovo.
ma forse anche io li abbandonerò in un angolo dell'armadio. è inevitabile. sono troppo strani. 
io non credo di essere strana. non lo do a vedere. dentro sono un casino e non so come definirmi, a tratti dubito della mia sessualità contorta, ed è triste e patetico dato che ho quasi vent'anni. ma non sono strana. sono solo sbagliata.
ma non mi vergogno nel dirlo. provo anche un certo senso di orgoglio.
noi apparteniamo alle generazioni dell'omologazione; l'unico modo che abbiamo per essere speciali è essere sbagliati.
adesso però sto morendo di sonno. 
troppi pensieri da esprimere e troppe poche energie.
mi sono stropicciata gli occhi all'inverosimile e adesso sono pesanti.
continuo a digrignare i denti per il bisogno di nicotina.
devo resistere.
ma al sonno no, al sonno non ce la faccio.
mi spiace per le banalità che ho scritto, buona notte.

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